Intervista a Traitsis Michalis
ORMT-07FEb

Interviewee: Traitsis Michalis
Interviewer: Fuoco Ester
26 July 2018 – Ferrara, Centro Teatro Universitario
Anni ‘80-2018
  • People
  • Titles (Theatre Performances, Texts, Films)
  • Places
  • Collective Organisations (Companies, Institutions)

  • Czertok Horacio
  • Hackenesch Maria Nora
  • Lang Jack
  • Martinelli Marco
  • Montanari Ermanna
  • Seragnoli Daniele
  • Shulberg Stefan

  • Antigone di Sofocle
  • L’Orlando furioso di Ariosto Ludovico
  • La peste di Camus Albert
  • Paradise Now di Living Theatre
  • Sette meditazioni sul sadomasochismo politico di Living Theatre

  • Casa Circondariale Santa Maria Maggiore, Venezia
  • Ferrara
  • Urbino

  • Associazione Balamòs
  • Centro Teatro Universitario (CTU), Ferrara
  • Centro universitario di sperimentazione teatrale di Urbino
  • Living Theatre
  • Ravenna Festival
  • Socìetas Raffaello Sanzio
  • Teatro Nucleo

Description

DESCRIPTION

00:00:00
Scoprire il teatro
Il mio primo approccio al mondo teatrale è avvenuto nel Centro teatrale dell’Università di Urbino, lo ricordo come un’esperienza forte e bella che mi ha portato, dopo gli studi in sociologia e giornalismo, a dedicare la mia vita al teatro. Andai a una lezione laboratoriale del centro su spinta insistente di un amico. Fui all’inizio diffidente, forse anche perché straniero e da poco trasferitomi in Italia, con scarsa padronanza della lingua, ma dopo aver rotto il ghiaccio, sperimentando un esercizio di improvvisazione, rimasi folgorato dall’energia che quella pratica poteva generare. Prima di allora il teatro era per me un palco con qualcuno che vi recita.
00:10:50
L’esperienza del Living Theatre
Dopo poche settimane dall’inizio del laboratorio il centro coinvolse due famosi attori del Living Theatre. Fu una settimana full immersion con Stefan Shulberg e Maria Nora Hackenesch ed ebbe come esito un’azione teatrale, inserita negli eventi del festival cittadino Teatro e orizzonti ispirata a La peste di Camus. Grazie ai finanziamenti universitari dedicati ai gruppi studenteschi abbiamo coinvolto gli attori del Living, in varie edizioni, in un laboratorio annuale e organizzato alcune rassegne; il primo spettacolo di Ravenna Teatro, di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, fu ospitato da noi alla fine degli anni Ottanta. Il primo laboratorio del Living terminò con la messa in scena de l’Archeologia della violenza, uno studio su un tema già trattato in vari lavori della compagnia, come Paradise Now o Sette meditazioni sul sadomasochismo politico. Molti ragazzi di quel gruppo, che hanno vissuto con me quell’esperienza come generatrice, sono poi diventati uomini di teatro: chi ora lavora nella Compagnia Raffaello Sanzio, chi insegna nelle scuole, chi invece si è votato al teatro sociale.
00:20:03
I primi passi nel CTU ferrarese
Venni a Ferrara inizialmente per partecipare a un laboratorio tenuto dal Teatro Nucleo, gruppo che collaborava con il CTU sin dalla sua costituzione. Assistei e partecipai all’inaugurazione della sede permanente del centro universitario nel 1997, alla presenza di Jack Lang, e ai laboratori condotti da Horacio Czertok. Nell’anno accademico 2003-2004 si sciolse la collaborazione tra il Teatro Nucleo e il CTU. Mi fu affidato da Daniele Seragnoli l’incarico di responsabile dei successivi laboratori universitari.
00:26:00

I laboratori del CTU

Il format laboratoriale è cambiato nel corso degli anni per tenere il più aperto possibile il concetto di ricerca teatrale; i laboratori, infatti, non insegnano a recitare, né intendono essere forme di mero intrattenimento o svago per gli studenti, ciò che si cerca di fare è di condurre gli allievi a uno specifico approccio teatrale, rifacendosi al Terzo teatro e al teatro di ricerca. Non si assegna un testo ma si sperimenta, si richiede una messa in gioco impegnativa dell’allievo. La durata è da ottobre a maggio e prevede un incontro settimanale aperto a studenti, ma anche a cittadini. Viene successivamente richiesto, solo agli allievi interessati a partecipare allo spettacolo finale, un impegno di tempo ed energie più assiduo fino a fine giugno.
00:30:35
La diversità
Ho sempre avuto totale libertà di scelta in merito al tema e alle modalità laboratoriali e non sono mai partito da idee precostituite, seguendo ciò che spontaneamente emergeva di volta in volta dal gruppo. Le fasce d’età degli allievi variano dai 17 ai 50 anni e anche i profili di provenienza sono molto eterogenei.
Il tema affrontato quest’anno è stato quello della follia, partendo da una riflessione su L’Orlando furioso di Ariosto; un altro anno, invece, abbiamo lavorato sull’Antigone. All’epoca conducevo dei laboratori presso il carcere maschile e femminile di Venezia perciò mi venne in mente di mettere in relazione il lavoro svolto con i detenuti con quelli degli studenti. Portavo gli allievi a recitare per i carcerati, oppure organizzavo sessioni laboratoriali miste o, ancora, montavo uno spettacolo con entrambe i gruppi presenti.
00:44.50

Il lavoro teatrale in carcere

Quando nasce l’idea di fare uno spettacolo in carcere sorge un senso di forte responsabilizzazione nei detenuti, consapevoli di lavorare con persone esterne e di doversi esibire dando il meglio davanti a un pubblico. Questo obiettivo è l’unica cosa in comune con gli studenti, provenienti non solo dalle università, ma anche dalle scuole secondarie inferiori. L’esito viene messo in scena presso il CTU ferrarese e inserito nella rassegna di Teatro ragazzi cittadina.
Un anno sono perfino riuscito a portare i figli delle detenute a vedere uno spettacolo fatto dai ragazzi di una classe di scuola media, L’isola dei ciclopi.
00:53:50
Interdisciplinarietà
Il lavoro della mia associazione si è ramificato nel corso degli anni, ma la modalità laboratoriale è ormai sempre la stessa, strutturata e consolidata in modo da far dialogare diverse realtà. Quest’anno, critico a causa del numero elevato di iscritti, arrivato a cinquantacinque, sono stato particolarmente soddisfatto perché il tema della follia, affrontato da un punto di vista poetico e non visto come malattia, ha portato i ragazzi a confrontarsi con la loro parte istintiva, con la dimensione dionisiaca che ci abita. Sono convinto che il lavoro sul corpo e sul personaggio rimarrà impresso nella loro memoria come è rimasta nitida in me l’esperienza della mia prima improvvisazione teatrale a Urbino. Il teatro universitario non serve a formare attori, ma individui.

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Interview Duration:
  • 01:35:00
  • Registration Duration:
  • 01:05:52
  • Format: Wav
    Type: Audio
    Language: Italiano
    Subjects:
    Original Document Placement:
  • ICBSA, Via Caetani 32, 00186, Roma
  • Museo Biblioteca dell’Attore, Via del Seminario 10, 16121, Genova
  • Centro Teatrale Universitario, Università di Ferrara - Dipartimento di Studi Umanistici, Via Paradiso 12, 44121 Ferrara
  • Usage and Rights:

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    Citation:

    Intervista a Traitsis Michalis di Fuoco Ester, Ferrara, il 26/07/2018, Progetto “La memoria dei teatri universitari in Italia (PRIN 2015. Per-formare il sociale)”, Collezione Ormete (ORMT-07FEa) – consultata in URL:<http://testpo.ormete.net/interview/intervista-a-traitsis-michalis/>, (data di accesso).

    Relation: https://vimeo.com/balamosteatro
    Bibliography: